venerdì 22 luglio 2011

Question number one (Atto VII)

.....CONTINUA.....


L' sms aveva tono informale ma contenuto formale, il giovane M. ricordava a mammina che a settembre avrebbe potuto ricontattare l' autoscuola per le guide di aggiornamento e la informava sugli orari e il giorno di riapertura della stessa.
Mamma mica era una stupida....un sms inviato a mezzanottte di una domenica di fine luglio è tutto tranne che formale...le guide erano il pretesto che M. aveva usato per riaprire un dialogo tra loro.
Mamma colse l' occasione al volo dal momento che ormai si stava tristemente rassegnando a mollare il colpo dopo una settimana di appostamenti sulla panchina del parchetto e dopo aver constatato che M. non scherzava affatto quando le aveva detto che non sarebbe mai passato a trovarla al lavoro.

A quel messaggio ne seguirono altri.
Mamma seppe che M. sarebbe partito da lì a poco per la Grecia con una coppia di amici e una tipa che gli volevano appioppare (!).
Seppe dove abitava M. (mamma quando ci si mette è peggio di un investigatore privato).
Seppe che M. si era sfidanzato da poco...da molto poco...per l' esattezza aveva lasciato la ragazza
(ndr.  una tipa gelossima che gli aveva pure fatto una scenata quando aveva ricevuto il mazzo di girasoli di mamma....)  la sera in cui le aveva scritto l' sms a mezzanotte...la stessa sera in cui lei (nemmeno un minuto prima) aveva lasciato F.S.

...Se non era (un altro) segno del destino quello.

Nei giorni seguenti mamma si appostò sulla panchina del parchetto, divenne amica del giovane e simpatico barista che lavorava nel bar accanto l'autoscuola che, dopo aver saputo tutta la storia, iniziò ad informarla ogni volta che vedeva M. passare durante una guida, le diceva come era vestito, se era con un ragazzo o una ragazza e quante volte era passato (si lo so, ha un po del maniacale mammina quando si innamora), comprò girasoli che recapitò ad M. in mille modi diversi (a casa, al lavoro, attaccati con un nastro al portone poco prima che lui rincasasse, lasciati di notte sul piazzale dell'autoscuola con un anonimo bigliettino che solo lui potesse facilmente interpretare ), insomma mammina corteggiò M. in mille modi.
Il risultato fu che M. un bel dì, dopo che il loro rapporto epistolare si era fatto sempre più intenso, dopo che si erano scambiati sms ad orari improbabili, dopo tutti i girasoli accumulati...chiese a mammina di uscire a cena.


PANICO!!!!



Mammina a questo mica aveva pensato.
Mammina nonostante tutta l' audacia dimostrata, era (ed è) una timida cronica.

Un cena è un fatto intimo.
Mangiare davanti ad una persona richiede conoscenza e una forte intimità...
mangiare è come fare l'amore, c'è un forte connubbio tra una cena ed un amplesso.
No, non me la sento.


M. rimase alquanto basito a queste parole.
Come prima cosa le chiese se fosse ancora fidanzata e se stesse quindi declinando per quel motivo.
Mammina esitò e tentò di spiegare a grandi linee la situazione, M. sapeva che mamma conviveva da poco nel periodo in cui stava prendendo la patente ma sapeva anche che lei e F.S erano in fase di rottura nell' ultimo periodo, quel che non sapeva era che mammina abitava ancora con F.S. nonostante facessero vite separate.

F.S quando era a casa dormiva sul divano, mamma continuava a cucinare per lui e a stirargli le camicie (senza troppo impegno), mamma aveva detto a F.S che sarebbe tornata ad abitare con il padre (e la madre da cui sperava di essere finalmente fuggita) quando lui le avesse restituito i soldi del mutuo (i suoi unici averi).

M. sembrò accettare la situazione senza molti problemi ma non voleva rassegnarsi al no di mamma e così una sera le rinnovò l' invito.
Fu così che mammina, che di uscire a cena proprio non se la sentiva, lo invitò ad andarla a trovare a casa più tardi perchè quella sera, visto che F.S era partito per lavoro (probabilmente era a Milano  in compagnia di Gilda-la-troia), aveva organizzato una pizza e una lunga sessione di gossip con un paio di amiche.
Inutile dire che M. accettò al volo.

Oh cielo, cosa ho fatto????
chiese mammina , più a se stessa che alle amiche, appena chiuse la conversazione.
E adesso?
Cosa mi metto (eh si, son problemi questi)
Cosa gli dico?
Cosa faccio...lo faccio entrare???


Mamma convenne che sarebbe stato  meglio non farlo entrare, non  stava bene chiamare in casa un ragazzo, che in fondo conosceva pochissimo, a sera tarda.... chissà che idea poteva farsi di lei.
Intorno alle 23.30 M. la chiamò e le disse che stava svoltando nella via.
Mammina, che aveva congedato le amiche e che aveva indossato la maglietta bianca portafortuna che portava anche il giorno dell'esame, si scolò il solito boccetto di Rescue Remedy ed uscì.
 


***
 



M. era bello come se lo ricordava.
Lei era tesissima ma fece del suo meglio per non lasciare trapelare l' ansia e l' agitazione e, poichè la via poco illuminata e priva di panchine non era certamente il luogo migliore in cui ricevere una persona, propose ad M. di fare due passi fino al parco vicino.
Mentre si dirigevano al parco mamma si fece le sue solite mille pare mentali (oh mio Dio..il parco...non lo chiamo in casa per paura che possa interpretare male le mie intenzioni e poi me lo porto in camporella!).
Il parco era semideserto e mamma ed M. si sedettero su una panchina dove parlarono del più e del meno (nonostante fossero entrambi visibilmente emozionati) finchè ad un tratto, senza che mamma facesse veramente in tempo a realizzarlo, si ritrovarono avvolti in un lunghissimo e bellissimo bacio.



- eh si...me lo son portato in camporella...allora tanto valeva entrare, pensò mamma.

A quel punto si alzò un venticello fastidioso che la fece rabbrividire, M. le chiese se non fosse meglio andare da qualche parte al coperto.
Mamma di uscire non se la sentiva...e poi lì al buio della sera si sentiva più al sicuro.
Il vento si fece più insistente.
Mamma dovette cedere.
Dai, andiamo da me...fa freschino qui... - disse alzandosi mentre nella testa si faceva le solite pippe mentali (ecco, adesso me lo sono baciato poi me lo porto in casa.....questo cosa penserà mai???) -
...però ti lego!
Le uscì così...
ma non voleva dire così.
Voleva dire:
..però ti lego così stai fermo e tieni a bada le mani che anche se ti ho baciato non vuol dire che ti ho fatto venire da me a quest' ora per farti entrare in casa a fare le cosacce!
M. la guardò perplesso per un istante...
MI LEGHI??? VA BENE....ALLORA ANDIAMO SUBITO!!!!
- le rispose infine ammiccando.


 







7 commenti:

  1. oddddddiooooooooooooooo!!!!!!!!!!
    qua ci sta tutttaaaaaaa!!!!

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  2.  Stupenda!!!!!!!!!
    P.S. Ma poi alla fine....lo hai legato davvero??

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  3. utente anonimo22 luglio, 2011 16:46

    bellisssimoooooo
    che emozione! allora da domani sarò in vacanza per una settimana quaindi mi leggerò il seguito tutto di fila al mio rientro
    tanti baci mitica

    VIV

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  4. lo hai legato davvero?  In quanto a timidezza mi sa che ti batto...

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  5. quella volta non l ho legato..però quella notte si è costrutio un legame indissolubile.

    quanto a timidezza non mi batte nessuna, sono un caso disperato..ma con gli anni sto migliorando!

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  6. anch'io sono un caso disperato in quanto a timidezza :)

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  7. che bella storia.. nn si dimenticano mai le prime emozioni, quella adrenalina che ti senti quando lo vedi.....

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